Nota bene

Anna Davidova
Giorgio Tellan

Presentazione

Alla fine dell’anno scorso un amico ha invitato me e mio marito alla presentazione del libro sull’Athos “La montagna di Dio” scritto da scrittore italiano Armando Santarelli, organizzata dall’Associazione “Insieme per Athos” all’Accademia di Romania in Roma. Siamo stati subito conquistati alle parole dei presentatori e, soprattutto, da quelle dell’autore che con fervore, entusiasmo e amore ha parlato della sua esperienza, che abbiamo deciso di acquistare il volume. Come al solito, cominciai a sfogliarlo con sempre maggiore interesse fino ad “inghiottirlo” in due giorni. Sono rimasta affascinata, e spero che lo saranno anche i nostri lettori, dell’amore specifico di un cattolico italiano verso Monte Athos, l’ortodossia e, come ho scoperto dopo, anche verso la Russia. Pian piano che leggerete il capitolo dedicato al monastero russo di San Pantaleone, sarete sorpresi delle sue profonde conoscenze nel campo della letteratura russa, della storia, arte, religione ed anche della teologia.

In Russia esiste dai tempi antichi, un enorme materiale dedicato a Monte Athos, ma la maggior parte di esso è scritto dai russi e ortodossi. Ho voluto partecipare al lettore contemporaneo i pensieri e l’atteggiamento di un cristiano di altra confessione religiosa e di altra cultura e della sua personale percezione dell’ortodossia e della cultura russa, simile a quella che, vivendo costantemente all’estero, avuto il piacere di conoscere.

In questo libro l’autore descrive quasi tutti i monasteri e gli eremi del Monte Athos, toccando vari aspetti della vita dei suoi monaci. Oltre il Monastero russo di San Pantaleone, ha visitato anche due eremi russi –San Elia e San Andrea e l’eremo di Santa Anna – scuola iconografica dove lavorano anche iconografi russi.

Prima di descrivere la visita al monastero di San Pantaleone, dirò alcune parole su l’Athos e la vita del Santo martire e risanatore Pantaleone, riferendomi in breve al testo di Armando Santarelli.

Monte Athos è una stretta penisola nella parte orientale della Grecia nel mare Egeo. “Un’oasi spirituale ancora misteriosa e affascinante, dove una comunità monastica sopravissuta al primitivo cristianesimo orientale trascorre la vita nell’ascesi e nella preghiera”. Al Monte Athos ci sono 20 monasteri, 12 eremi sparsi su tutta la penisola, varie celle, kalive e hisicastìrion, vari modi di vivere la vita monastica: dal cenobio alla grotta. Dal 1312 sono tutti sotto la giurisdizione del Patriarcato Ecumenico ovvero di Costantinopoli e vivono secondo il calendario giuliano. Dal punto di vista giuridico l’Athos è regione sovrana della Grecia e tutti monaci sono cittadini di quel paese. Però la Santa Montagna vive secondo il suo Statuto ed è amministrato della Sacra Comunità formata dai rappresentanti di tutti monasteri, e da un organo speciale: la Sacra Epistassia. Per entrare e visitare il Monte Athos è necessari orichiedere un documento speciale diamonitirion che non è facile ricevere.

Monte Athos è venerato come la terra della Madonna. Seconda la tradizione la Madonna stessa ha scelta questa terra come Suo giardino: durante la navigazione da Efeso alla volta di Cipro la Vergine Maria insieme con apostolo Giovanni incapparono in una tremenda tempesta e la loro barca fu costretta a fermarsi sulla penisola Athonita. Colpita dalla bellezza del posto Ella pregò il Figlio Suo Divino di fargliene dono e si udì una voce dal cielo: “ Che questo giardino sia tuo, e sia paradiso tuo e per tutti quelli che qui cercheranno la loro salvezza”. All’Athos si venerano alcune icone miracolose della Madonna ma io, con intenzione, ho scelto di nominare solo icona di Iviron “Portaìtissa” (Portinaia) che si trova sul portone dell’omonimo monastero. Secondo la tradizione essa è stata scritta da San Luca quando la Madonna era ancora viva. Se qualcuna delle lettrici di “Mecenate e il Mondo” potrà un giorno venire a Roma raccomando loro di visitare la Chiesa di San Nicola a Via Palestro 69/70 dove è custodita copia dell’icona di Iviron che è stata “scritta” al Monte Athos e donata alla chiesa di Roma con questa iscrizione: “Questa icona della Madonna “Iverskaja” o “Portaìtissa” scritta e benedetta all’Athos è inviata come dono gratuito dagli eremiti russi ed altri della Santa Montagna a tutti gli ortodossi russi di Roma e di tutta Italia nella benedizione dalla Santa Montagna di Athos - Santa Montagna di Athos, 10 gennaio 1901”. Perché ho scritto “lettrice”? Per una semplice ragione: l’ingresso alla Santa Montagna è severamente proibito a tutti gli esseri viventi di sesso femminile, per cui non potendo vedere l’originale potranno mettere una candela davanti al Sua divina immagine a Roma.

Anche se autore nel libro “La Montagna di Dio” fa molti riferimenti alla Russia ed ai contatti della Russia con l’Athos, ho scelto l’8° Capitolo ”Il fanciullo risanatore” dedicato esclusivamente al monastero russo.

Vorrei dire alcune parole sul Santo al quale è dedicato il monastero russo. San Pantaleone nacque nella seconda metà del III secolo a Nicomedia, nella provincia romana della Bitinia, Asia Minore (attuale Turchia) dal nobile pagano Eustorgio e dalla cristiana segreta Eucuba. Assecondando la notevole intelligenza del figlio, ancora bambino, il padre lo avviò allo studio della medicina dal celebre medico Eufrosino. Come è noto San Pantaleone, medico e cristiano, fatto battezzare dal prete martire Ermolao, ha curato gratuitamente gli infermi. Ai tempi di Massimiano, avendo rifiutato di rinunciare al cristianesimo, ha subito più volte il martirio, al quale è seguita la morte per decapitazione. Per gli interessati aggiungo che il suo sangue miracoloso è custodito nel Duomo di Ravello, la bellissima città di villeggiatura del sud d’Italia, nella regione Campania. La sua testa venerabile si trova nel monastero di San Pantaleone all’Athos. In tante chiese in Russia e in altri paesi del mondo si custodiscono particelle delle reliquie di questo Santo Protomartire e Risanatore.


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